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Messaggio  Poppea Gio Giu 24, 2010 12:00 am

Inquietante, ma dannatamente reale è l'episodio di estorsione raccontato in un cortometraggio girato a Bitonto

In perfetto Capagira style, "Storie di merda a Bitonto" è la messa in scena di un episodio della cosiddetta microcriminalità, spesso e volentieri collegata col crimine organizzato. Furti d'auto, estorsioni sono all'ordine del giorno e non solo nella città degli ulivi. Il comune della provincia di Bari è tra i più soggetti ai soprusi della malavita locale e chi ne fa le spese non può che essere l'onesto cittadino.
Donato, l'onesto cittadino, si rivolge ad un presunto amico nel tentativo di ritrovare la sua amata automobile che gli è stata sottratta.
L'amico colluso con personaggi di spicco della mafia locale, si attiva per "far uscire il caffè", ossia la provvigione. Un perfetto intermediario insomma. D'altronde questo è il suo lavoro e deve portare il latte ai bambini.
La trattativa non è facile e non riesce a rimediare la somma pattuita dall'estorsore. L'intermediario che cerca di guadagnare qualcosa, rischia di essere frainteso dal malavitoso che non ci penserebbe due volte a fargliela pagare, magari con una delle sue gambe.
Alla fine si troverà un accordo, che ovviamente sarà tutto a favore del prepotente criminale. L'intermediario non ci guadagnerà niente e il povero Donato, il quale ci ha rimesso l'autoradio e qualche graffio sulla carrozzeria, rischierà di vedersi di nuovo rubare l'auto ed essere irrimediabilmente ricattato.
Un video impeccabile se non fosse per il tremolio della telecamera, dove attori dilettanti si sono resi più che credibili, esaltando gli stati d'animo della gente che vive questi episodi, da tutte le sue prospettive. Si è visto un angosciato Donato, dialogare con un cane e domandarsi se fosse stato opportuno chiamare i Carabinieri, rinunciandoci, perché consapevole delle gravi conseguenze alle quali sarebbe andato in conto. E poi un professionista della mediazione tra il cittadino per bene e il furfante, che nei suoi modi di arrangiarsi, di guadagnarsi da vivere, si dimostra molto più sfigato del personaggio di Donato.
L'ignobile e disumana prepotenza è stata ottimamente evidenziata dalle espressioni del viso dell'attore che ha interpretato il mafioso, mettendo in risalto la sicurezza di chi sa che comunque vada, lui ci ricaverà sempre qualcosa.
Uno spaccato di vita, di società coraggiosamente messa in scena da questi ragazzi, che stanno raccogliendo consensi a colpi di click su Youtube. Certo, non si tratta qui dell'opera di Saviano, ma molti bitontini e non, ci si sono ritrovati in questo episodio.
Un commento sotto il video, postato un mese fa', riporta testualmente:

"Il video è stato girato senza alcun tipo di copione e senza ripetere le scene, è solo un documento su quello che realmente accade a Bitonto. Intanto le denunce per furto d'auto aumentano invece di diminuire! La soluzione non è sempre quella di non cedere al riscatto perchè non tutti si possono permettere di assicurare contro il furto la propria auto specie se ha un valore "irrisorio". Questa amministrazione cosa sta facendo per migliorare la situazione? Meditate gente meditate!"

E il cittadino non può che meditare, ma le autorità competenti si dovrebbero effettivamente attivare.


Francesco Favia


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Poppea

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